Edipo.com

di Gioele Dix - Sergio Fantoni



EDIZIONI UBULIBRI

"L’Edipo Re di Sofocle è così denso di significati da essersi prestato nel corso dei secoli alle più svariate letture e deformazioni. (…) Mancava (salvo un satirico pastiche di Von Platen di stile aristofanesco del 1829) l’impostazione comico-tragica e ce l’ha regalata Gioele Dix con il ricorso alle note apparentemente più distensive, al lato buffo di una serie sinistra di eventi. L’autore-attore si è addensato nel testo sofocleo analizzandolo con forte sensibilità e reinventandolo con intelligenza."

Dalla prefazione di Umberto Albini


"Da dove siamo partiti e quale strada abbiamo preso. L’ansia, la paura che provo ogni volta che devo uscire di casa, per andare al lavoro, circondato da tutto quel vociare o talvolta assalito da un silenzio che mi gela il sangue nelle vene…questa sensazione così fisica deve pure aver avuto il suo inizio. Cosa ho? Semplice…non mi trovo più bene con me stesso, con gli altri (…). Prima ce l’avevo con me stesso, adesso ce l’ho con me stesso e con gli altri, insomma ce l’ho con tutti. C’è qualcosa di oscuro in questo mondo, un male in più, un virus…e io sono il portatore sano di questo virus…Edipo è un inconscio portatore di un germe infetto. Edipo è impuro ma non è colpevole. Il concetto greco del delitto non implica la colpa volontaria. Nella nostra società Edipo è colui che cerca l’origine non solo del suo male ma di quello di tutti, della sua malattia, che è quella di tutti".

Dall’introduzione di Sergio Fantoni


"Le storie antiche non mentono. Contengono inganni che non possono più nuocere. Sono caduti in prescrizione, ma non scaduti e dunque funzionano come medicine. Cosa posso imparare leggendo Edipo? Conta come lo leggo? Normalmente si legge seduti, sdraiati. Ma questo no. Questo Edipo va letto in movimento, va letto allenandosi fisicamente alla lotta: mens bellicosa, in corpore bellicoso. Devo capirlo non solo con la testa, ma con tutto il corpo. Edipo deve entrarmi nella pancia, nella schiena, nelle dita, nei polmoni, nei capelli, nel cuore. Edipo sono io, come non ho avuto ancora il coraggio di essere, onesto fino in fondo, disposto ad accettare la mia miseria di uomo. Accettare per risorgere. Un po’ greco, un po’ illuminista, un po’ ebraico-cristiano".

Gioele Dix



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