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2009
11
GIU

Signor GFinalmente si comincia! Il 20 giugno debuttiamo al Festival di Asti con “Se potessi mangiare un’idea”. È il compiersi di un piccolo grande sogno.  Un atto d’amore e di riconoscenza verso un artista che ho avuto da sempre nel cuore. Non temo la retorica, perché Giorgio Gaber per me è stato molto più di un cantante famoso o di un uomo di teatro da ammirare. Io sono cresciuto come persona - e successivamente come attore – anche grazie alla sua benefica influenza. Non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, sebbene il tempo mi abbia concesso il privilegio di incontrarlo più di una volta. Ricordo ancora con esattezza la prima: fu al bancone del bar di un albergo di Mestre, a metà degli anni novanta. Erano le due del pomeriggio ed entrambi eravamo scesi per bere un caffé, ancora un po’ stropicciati dal tipico sonno lungo dei teatranti in tournee. Per me fu un’emozione indicibile ritrovarmi a chiacchierare del nostro comune mestiere con colui che avevo più di tutti venerato e applaudito da adolescente e aspirante attore. Perché questa è la verità: Gaber mi aprì letteralmente il cervello quando ero poco più che quindicenne. Ne fui folgorato vedendolo a teatro in “Dialogo fra un impegnato e un non so”. Ero appollaiato in galleria, tutta la serata in pizzo dietro una colonna con il collo obliquo, in un delirio di folla che già sapeva a memoria gran parte dei suoi monologhi e delle sue canzoni. Tanto che pensai quello che ognuno pensa quando assiste per caso a un fenomeno strabiliante insieme a gente che pare non stupirsene affatto: “Ma io dove cavolo sono stato finora?”. Da quel momento, per anni, non ho perso un suo spettacolo, l’uscita di un suo disco. E lo cantavo con la chitarra fra amici e lo imitavo perfettamente nelle intonazioni, nei gesti, nelle pause. Mica ero il solo, eravamo una tribù, i gaberiani, documentati, affezionati, meticolosi e perciò anche critici. Gaber lo sapeva e credo ne fosse ben felice, ma non solo per vanità. Certo, aveva il suo possente ego, come tutti gli artisti. Eppure sono convinto che la soddisfazione maggiore la provasse nel ritrovare parte di se stesso proprio nel suo pubblico, che per l’appunto gli somigliava: stessa sensibilità, stesso spirito irridente, stesso bisogno di sognare, stessa indomita necessità di andare a fondo, di capire il proprio mondo interiore e l’altrui mondo esteriore, senza censure o paure di fronte alla complessità. A me piacque da subito il suo modo generoso, fisicamente dispendioso di stare in scena. Gaber era corpo che pensa, era cervello che si agita e suda. E anche grazie alle decine volte in cui assistetti alle sue performance, in cui studiai le sue posture, in cui metabolizzai i suoi appoggi comici o le sue slittate nel tragico puro, sono riuscito nel tempo a dare senso e forma alla mia personale attitudine al palcoscenico. In poche parole, gli sono debitore, come lo siamo tutti verso coloro che lungo la strada, senza neppure saperlo, ci offrono una chiave per approfondire la nostra consapevolezza.
Poi, quasi all’improvviso, una notizia sussurrata nell’ambiente a mezza bocca, con pudore e rispetto: Gaber è malato. L’assoluta necessità di non pensarci, la tentazione di non crederci, il sospetto di doversene fare una ragione. Al funerale ero muto e smarrito. Ma la vita va avanti, quante volte pronuncerai anche tu questa fastidiosa banalità, come quando è morto il nonno, come quando è morto Renzo, come quando… E nasce la Fondazione Gaber, voluta e sostenuta con eccellente bravura e impegno dai suoi cari, i parenti stretti, gli amici, gli organizzatori, i preziosi collaboratori storici. Si fa un Festival a Viareggio, si fanno celebrazioni non formali, convegni, concerti, si fa “Milano per Gaber”. Mi ritrovo con naturalezza fra coloro che sentono il bisogno di riproporre Gaber, soprattutto per farlo conoscere a chi per ragioni di età non ne sa nulla o quasi. Eccomi tornato al punto di partenza: finalmente si comincia!
Se potessi mangiare un’idea” è pronto e quest’estate girerà per qualche piazza selezionata. D’accordo con la Fondazione Gaber che lo produce, abbiamo scelto bei teatri all’aperto, festival di prestigio, rassegne di qualità. Un assaggio, un sostanzioso assaggio, poi si vedrà. Per me sarà un piacere speciale cantare alcune delle sue canzoni, quelle che ho amato di più, recitare qualche suo monologo comico e raccontare con le mie parole una predilezione artistica che ha radici lontane. Con gioia, ridendoci sopra, senza malinconie. Prima di partire, mando un grazie affettuoso a Dalia, a Paolo, a Gianfranco, a Dolores e a tutti gli amici della Fondazione (di cui sono socio onorario, per cui mi ringrazio pure un po’). E aggiungo il mio attestato di stima ai due musicisti che saranno miei complici nel tour: il maestro Silvano Belfiore alle tastiere e il maestro Savino Cesario alle chitarre. Un paio di adorabili filibustieri di grande talento.

Tags: giorgio gaber signor g teatro

Commenti
  • Delia/ Lady_Crow   11 Jun 2009 16:41    Permalink

Ciao David,
che meraviglia leggerti. Come dire? Il tuo blog mi mancava.
Dirò la verità, di Gaber conosco qualcosa, solo che qualcosa in casi come questo non è abbastanza. So solo che quel qualcosa mi coinvolge, che mi ci ritrovo, che dalla prima volta in cui anni fa mi capitò - assolutamente per caso - di ascoltare "Io non mi sento italiano", ogni volta che ho  detto o anche solo pensato la stessa cosa, il pensiero è andato a lui. Mi sa tanto che sarà il caso di approfondire.
Intanto mi sembra giusto e doveroso dirti, dato il contesto, che se sto sviluppando una coscienza politica è anche un poco merito tuo. Per carità, non che adesso creda che il mondo o anche solo l'Italia possa cambiare dall'oggi al domani, non che ora ignori quanto la politica faccia schifo, ma il tuo modo di affrontare certi argomenti mi ha attaccato un'irresistibile voglia di non tirarmi indietro, di non stare con le mani in mano per quanto possibile. Mica poco, no?
Ti mando un bacione insieme a tantissimi in bocca al lupo, anzi, come dite voi attori, "tanta tanta merda", anche se di primo acchito non sembra proprio un augurio meraviglioso ma va be', contenti voi.
Ti abbraccio
Delia

  • Naomi M.   11 Jun 2009 20:00    Permalink

Ebbene Gio...non ci crederai, ma solo a leggere quello che hai scritto mi sono commossa!!! poi pensavo a quando hai fatto uno spettacolo sempre sul grande Gaber all'Università Statale di Milano, a dicembre...quella volta che sono venuta a vederti...e mi sono commossa ancora di piu!!!

Ne parli come io parlo dei miei genitori e dei miei migliori amici!!! 

Va be...basta...vado ad asciugarmi le lacrime...ihih

ciaooo!!

bacione

  • danilo   12 Jun 2009 12:21    Permalink

Di fronte a Gaber, resto muto, non so perchè, non riesco a dire niente che mi sembri valevole d'esser detto......é un mito, nel senso mitologico del termine, senza enfasi, senza voler glorificare alcunché.

Per questo ho letto, mi sono cibato, di quanto ci hai raccontato così intensamente tu, Davide.

Credo che l'opera, la vita di Giorgio Gaber non possa fernarsi con la sua scomparsa: ed infatti non si ferma. Il suo è un percorso così ricco e fertile di umanità, di esigenza di libertà, di voglia di condivisione di presa di coscenza, da aver lasciato semi ovunque. E questi semi germogliano.....vanno fatti e lasciati germogliare perchè gli alberi che ne nascono, hanno buoni frutti da dare a chiunque li voglia cogliere......frutti che sfamano ancora, che donano "vitamine" per sviluppare la proria coscenza critica in libertà, che stimolano a pensare con la propria testa.

Sono particolarmente contento che questo "testimome" lo porti avanti tu, Davide Ottolenghi, non Gioele Dix, e son certo capirai cosa intendo. Sei la persona, prima che il valido artista, adatto a farlo. Le tue capacità, spesso confinate in ambiti comico, teatrali, artistici, dove, pur dando tantissimo, si pecepisce non riescono a trovare una loro completa soddisfazione......un raggio d'azione che ti soddisfi profondamente, anche se soddisfano molto il pubblico, troveranno, a questo punto del tuo percorso, il terreno più congeniale alla maturità artistica che hai raggiunto.

Resta pur sempre una mia opinione, con grandi limiti, ma sono convinto che questo "spettacolo" rappresenti il naturale e sofferto, punto d'arrivo di tutti i tuoi sforzi e tutto il tuo impegno d'attore........una svolta fondamentale del tuo percorso artistico.....come se dopo aver girato in lungo ed in largo il "mondo" cercando, provando, trovando e ricercando ancora, maturando con grande impegno, tu fossi "tornato a casa", pronto per "essere" l'artista che tu vuoi, quello che va a toccare tutte le proprie corde, e la musica che ne scaturice, sia proprio quella che vuoi suonare, e che ti nutre sentire ascoltare e godere dalle persone, prima che pubblico, che ti seguono, che sentono il bisogno di condividere con te Gaber, la parte di lui che scalpita in noi, senza spesso trovare la forza di scavalcare il recinto.

Non credo tu abbia bisogno di augurii particolari.......Vai e fai quello che sai fare! ...Quello che poi finalmente fare.

Un caro saluto da quello qualunque,

  • Elisa R.   14 Jun 2009 13:06    Permalink

Sono sicura del fatto che Giorgio Gaber sarebbe positivamente ed eccezionalmente colpito alla vista di tutto il lavoro svolto in suo onore,attraverso i soci della Fondazione,la tournèe estiva su cui tu Gioele stai così appassionatamente confluendo le tue energie e capacità artistiche-professionali,onde riuscire a rinnovare e ripercorrere quello che ha rappresentato,per me,una vera e propria corrente teatrale originale per quel che riguarda l'alternanza teatro-canzone,munita peraltro di pensiero critico,volto a testimoniare la realtà circostante di cui si sentiva naturalmente parte.I suoi punti di vista sulla fallibilità della politica italiana,sull'adagiamento degli italiani,sulla non mai persa speranza di una sempre raggiungibile presa di coscienza degli italiani,quale innesco di futuri cambiamenti,tutto trapela chiaro nelle sue opere artistiche.Un ulteriore,bel particolare,quale manifestazione della sua classe professionale,tipica di chi non ha bisogno di "farsi vedere" perchè il suo "trasmettere" è comunque "interessante",è racchiuso,per me,nel suo linguaggio mai di cattivo gusto o scadente,nel racconto della qualsiasi situazione o ipotesi di cose.Si,penso ad un suo chiaro e manifesto sorriso,se con uno sguardo ancora una volta,per un attimo riuscisse a vedere quanto ancora riesce a trasmettere alla società comune,come sono sicura del fatto che tu Gioele riuscirai a dare una superlativa rappresentazione-interpretazione di tale opera.Un caro saluto!

caro gioele,

ti scrivo per dirti che ti ammiro tanto e che sei il mio comico preferito.

p.s. hai degli occhi stupendi, ti prego rispondimi presto.

tua beatrice

  • Marcello Franciolini   18 Jun 2009 01:26    Permalink

Caro David,

è sempre una meraviglia leggerti, è un raggio di luce che entra nella mia mente. Ti dico la verità, come sempre, anche io conosco un qualcosa di Gaber, come Delia, però, non perchè sia giovane, bensì perchè i tempi della folgorante carriera sua non si sono incrociati con i miei inizi d'approccio con la cultura intellettual-artistica. Sono contento che stai per coronare un tuo sogno, da marchigiano amico ti dico: David, te sto ntel core!!! Sicuramente conoscerò, attraverso te, i lati più salienti di Gaber, so di lui che amava molto la libertà, qui mi assomiglio molto, e lo capisco pensando al tempo e luogo dove è nato e a tutti i tipi di censure che esistevano allora (presumo che ne abbia subite, se di no meglio). Sai quante censure, all'epoca, ha subito un mio simile, Pierangelo Bertoli, che mi ha raccontato? Un'infinità!!!

Fai bene a non temere la retorica, mica siamo negli anni sessanta, oggi, qualora qualcuno/a ne facesse, troverebbe tanti tipi di sapone liquido da comprare per farsi uno SHAMPOO.

Mentre ti scrivo sto ascoltando sul PC - MY HEART WILL GO ON - di Celine Dion ma cantata da una sedicenne filippina, Charice Pempengco, Same Song Various Heart. TUTTO TORNA!!!

Visto che tu sei debitore verso Gaber perchè ti ha dato la chiave per approfondire la tua consapevolezza, io, per lo stesso motivo, sono debitore  verso di te.

Come te, penso un pò tutti/e, amiamo lavorare con dei filibustieri di talento; FILIBUSTIERI, Dio che bello ascoltare ancora questa parola, non sai quanto mi danno fastidio gli slang attuali, spesso dispensati gratuitamente, senza senso. Anche per questo è un piacere leggerti, fai sentire la persona di media età, ancora VIVA!!! "Forse" quest'ultimo mio concetto è retorica? E chi se frega!!!

Ciao David, un abbraccio forte mentre sull'orecchio ti sussurro: GRAZIE DI ESISTERE!!!

BUON LAVORO.

Marcello

SHALOM

  • Delia/ Lady_Crow   18 Jun 2009 01:47    Permalink

"Come te, penso un pò tutti/e, amiamo lavorare con dei filibustieri di talento; FILIBUSTIERI, Dio che bello ascoltare ancora questa parola, non sai quanto mi danno fastidio gli slang attuali, spesso dispensati gratuitamente, senza senso. Anche per questo è un piacere leggerti, fai sentire la persona di media età, ancora VIVA!!! "

Ma sai Marcello, che anche io avevo notato particolarmente l'uso di questa parola?
Sono totalmente d'accordo con te. Mi capita diverse volte di ritrovarmi a non capire persone della mia età (o addirittura più grandi, pensa un po'), proprio per questo motivo. L'altro giorno una mia carissima amica mi ha detto "Sono molto shalla" per dirmi che è tranquilla.  O.o  Mah... Sarà che io con l'Italiano gioco moltissimo, ma cerco di non martoriarlo mai.
A presto
Delia

  • Diego Ciciliati   01 Jul 2009 13:06    Permalink

Caro Gioele,

consapevole del poco tempo che avrai per leggere tutti i commenti io comunque ci provo!

Mi chiamo Diego e sono un tuo "collega di incazzature stradali"! Io sono un agente di commercio e per lavoro percorro tra i 6000 e gli 8000 km al mese e mi è venuto in mente un'argomento a me..come dire..molto caro! i ciclisti in città! Spero di non fare una gaff ma a memoria non credo tu ne abbia mai parlato nei tuoi spettacoli! Ciclisti impazziti che specie nei mesi invernali mettono a rischio la propria e altrui pelle sulle strade prevalentemente cittadine! Tu sei li,verso le sette di sera che rientri a casa nel caos cittadino (io vivo a Piacenza)..è ormai notte..una leggera pioggerellina,foglie secche a terra che rendono il manto ancor piu scivoloso e..ECCOLO! il ciclista impazzito senza fari,magari vestito di scuro...che prima era davanti a te che non ti faceva passare ora si immette sulle strisce attraversandole incurante di chi arrivi dall'altra parte ...tutto questo PER NON FERMARSI AL ROSSO e passare prima di te...!!

Tanto lo sai..lo troverai poco piu avanti che ti intralcerà ancora il passo..ma lui..niente..lui va..esiste solo lui..TI PREGO CONTINUA TU QUESTA STORIA! Comunque stasera verrò a vederti allo spettacolo a palazzo farnese e RICORDA! I piacentini sono un popolo di pedoni e ciclisti impazziti! fa attenzione!!ehehe

con stima

 

Diego Ciciliati

diego.ciciliati@libero.it

  • danilo   18 Jul 2009 22:49    Permalink

Due video che , secondo me , vale la pena vedere. Montati, con una serie di immagini in dissolvenza, sul geniale monologo di Gaber " Qualcuno era comunista"

http://www.youtube.c om/watch?v=8UApinsEb3w&hl=it

http://www.youtube.c om/watch?v=zXKRA3HDsrw&hl=it

In omaggio alla genialità ed al coraggio di Giorgio Gaber, ed alla buona volontà, grande disponibilità e bravura di Gioele Dix , dei sui valenti e simpatici musicisti Belfiore e Cesareo, ed al suo staff, che ieri sera a Portogruaro, nonostante il maltempo, per ben tre volte hanno dovuto interrompere e riprendere "Se potessi mangiare un'idea", smontando e rimontando ed asciugando parte della strumentazione di scena, per poi doversi arredere, proprio su "Qualcuno era comunista", di fronte al definitivo nubifragio. Dopo essere riusciti a trasformare l'imprevisto, in un divertente "Spettacolo nello spettacolo".

  • Giancarlo   19 Jul 2009 22:59    Permalink

Gioele, in tutta sincerità mia moglie mi aveva detto che ti avevamo già visto ed ascoltato a Mestre, molti anni fa, al teatro Toniolo, ma non me lo ricordo e questo mi rammarica perchè, dopo aver partecipato al tuo spettacolo di ieri 18 luglio a Mira, mi chiedo "cosa ho perso" non avendo memoria dello spettacolo a Mestre.

Siete stati bravissimi, uno spettacolo bellissimo, indimenticabile, un tuffo in un passato che è ancora attuale, che è ancora futuro quello che il filosofo Gaber andava dicendo al mondo...

Purtroppo dobbiamo barcamenarci con la mediocrità della vita, con la mediocrità del nostro vicino, con la mediocrità dei nostri vicini... dirigenti, commercianti, insegnanti, politicanti... anti... anti... e quindi bisogna saper nuotare per rimanere a galla in un mondo mediocre, ma la gaberiana filosofia è più che attuale, è ancora un graffiante grido contro la mediocrità degli ..anti.

Gioele, io sono quello che a Mira hai sentito gridare forte... bravo ! bravi ! bis ! e, sentito da te che il bis era previsto, scontato, volevo gridare... tris! ma il rispetto per la vostra fatica mi ha fatto desistere, anche perchè il ricordo di Gioele e dei suoi due valenti compagni di viaggio nella gaberiana filosofia rimarrà in me indelebile.

Grazie per l'averci fatto rivivere il grande Giorgio Gaber, personaggio che per me è prima filosofo, osservatore acuto, anche ironico e poi grande Artista.

Con simpatia da Giancarlo e Wanda (Marcon-Ve)

  • danilo   20 Jul 2009 18:35    Permalink

Ripensavo alla bella serata trascorsa a Portogruaro, per assistere a "Se potessi mangiare un'idea". Sì, nonostante la pioggia, e l'interruzione dello spettacolo: una bella serata !

Prima dell' inizio, io e lei, ci siamo fermati in piazza a mangiare qualcosa in uno di quei posti dove ti preparano un qualcosa d'asporto, prendi una bibita dal frigo, e ti siedi su quelle panche da sagra a "consumare": poco male, anzi...il panino con kebab era buono, e lì, a qualche metro di distanza, si stendevano sulla piazza gli eleganti tavoli bianchi di un ristorante di classe con pianobar....neanche un cliente..... uno stuolo di camerieri eleganti ed impeccabili, si muvevano senza pace ostentando disinvoltura: forse i clienti sarebbero arrivati dopo. Intanto ci siamo "goduti" la musica ; niente a che vedere con gli ottimi Belfiore e Cesareo, ma come aperitivo poteva andare....e poi era gratis :-)

Alla nostra tavolata si sono seduti un bel gruppetto di giovani sui vent' anni. Dai loro discorsi, allegri e spensierati, tra uan battuta ed uno sfottò, qualcuno parla di biglietti, di orario d'inizio.......chiediamo se anche loro andassero a vedre lo spettacolo di Gioele Dix......affermativo !....e così siamo entrati in chiacchere.

Il look 70 di uno di loro in particolare ( un "nipotino" dei Beatles perfetto) ci aveva incuriosito , oltre al loro simpatico affiatamento, e così la mia "ragazza" chiede loro:

" Ma com'é che vi piacciono così tanto gli anni 70 ?...noi li abbiamo vissuti, ma voi cosa ci trovate ? "

Ci ha risposto proprio lui, il "beatles", sintetico e chiaro: " Dev'essere perché il passato, in genere, affascina sempre più del presente...ancora di più se è un passato che non hai vissuto.....diventa rassicurante ".

PEEERO' !!!!....il ragazzino: ci ha fulminati !

Mi rivolgo agli altri e faccio: " Questo dev'essere il flosofo del gruppo"..... Esatto: iscritto al primo anno di filosofia.

E poi via a conoscerci un pò....ognuno di loro iscritto a facoltà diverse, ragazzi e ragazze, belli freschi, solari, ......uno , il filosofo, appassionato di Guccini e De Andrè...l'altro, giurisprudenza, sapeva "tutto" di Gaber....

"....e come mai tutto questo interesse? "..."..mah...i nostri genitori..ce li facevano ascoltare....ci piacevano...abbiamo approfondito.....cantavano cose che condividiamo....ancora attuali..."

Preciso: io e la mia "ragazza", per età, potremmo essere loro genitori ( Shob!....non per i ragzzi, eh: magari avere figli così ! ...solo il solito rimpianto della gioventù.....perduta....che ci puoi fare tutti i bei discorsi che vuoi, ma brucicchia sempre).

Li abbiamo reincontrati, durante una delle interruzioni dello spettacolo, nel parco dove si svolgeva, sotto il pergolato di un bar chiuso...parlavano per concordare un'alternativa per la serata, se Gioele avesse dovuto dare forfait causa pioggia.....tra i più gettonati un locale dove davano un "Tributo agli U2".

Gioele si é tanto scusato quando hanno dovuto interrompere definitivamente lo spettacolo, nonostante tutti i loro sforzi per portarlo a termine... e lo capisco. Ma vedi, Gioele, quante cose muove, uno spettacolo su Gaber ?...Come se tu non lo sapessi ?!? :-)

Mentre tornavamo, in auto, io e lei si parlava, e ci si chiedeva se quei ragazzi avrebbero cantato ai loro genitori: "..i borghesi son tuttii dei porci..ecc..ecc.. ." come sul finale della canzone, Gaber, ipotizza sentirsi cantare dal figlio.

Che si sia finalmete raggiunta la pace tra generazioni ?...o che i borghesi siano riusciti a camuffarsi così bene, a mutare così efficacemente, da non essere più "riconoscibili" ?.....che l'Italia sia ormai un grande "Paese Borghese", ed il "golpe" sia riuscito sotto i nostri occhi,  senza che ce ne accorgessimo ?

Che Gaber sia attuale e geniale, e sia stato intellettualmente onesto e coraggioso, seppur con tutti i limiti e le debolezze di ogni uomo, è un fatto: un fatto meraviglioso. Ma lui stesso, in uno dei suoi pezzi più lucidi e malinconici, racconta di una generazione che ha perso.

http://www.youtube.c om/watch?v=k9ORSB7AZaw&hl=it

Non é che quelli de "La fantasia al potere", adesso che son diventati creativi di grido, stilisti, manager, politici "aperti rinnovamento" ma attaccati alle poltrone come i vecchi DC, accademici professori, attori impegnati, fotografi trasgressivi al soldo della peggior imprenditoria globalizzante, ecotuttologi di partito, pubblicitari senza scrupoli, speculando sui propri anni 60/70 ( e su quelli di chi ci ha lasciato le penne) siano riusciti in quello che solo i regimi totalitaristi erano riusciti a fare, ma con ben altri metodi, cioé a "castrare" le nuove generazioni, con il mito degli anni 70, sventolato per coprire le porcate che fanno oggi,  da borghesi raffinati quali sono divenuti ?

E sì, perchè non mi sembra che, al giorno d'oggi fili tutto a meraviglia, al punto che le nuove generazioni non abbiano nulla per cui "incazzarsi" e far "casino": non mi sembra proprio !

E la contestazione dov'é ?....i Noglobal ?.....Greenpeace ?......Il Rap ?

E la satira ?...Guzzanti, Luttazzi e Litizzetto ?....o Zelig è l'unica "satira" che ci é rimasta ?

E il testimone di Gaber chi lo porta avanti ?.......Beppe Grillo ?

Della contestazione e di quel periodo, sembrano rimasti solo: le droghe, con relative stragi del week end e l'abbigliamento trasgressivo, però firmato.

Guardavo sul sito della Fondazione Gaber quanti attori stanno portando in giro per l' Italia, da anni ormai, le sue canzoni, i suoi monologhi, o spettacoli ispirati al suo repertorio........lo trovo particolarlmente degno di nota, condivisibile: Gaber é quanto mai attuale, perché nella sua genialità, profetico. Ma mi chiedo anche, quanti artisti sono capaci, oggi, di "svegliare le coscenze", di "denudare il re" con stile, come faceva Gaber sino a qualche anno fa ?

Questi ragazzi, per quanto tempo dovranno riascoltare Guccini, De Andrè, Finardi, Fossati, e compagnia bella ? Per quanti anni ancora, dovranno andare a "Concerti Tributo di Tizio E Caio "? A concerti del PrimoMaggio programmate a tavolino perché sembrino "Anti" ma non facciano nemmeno il solletico ai "Piani Alti"? O sognare come prima auto la Nuova Mini. La Nuova 500, la New Beattle...tra un pò, la Nuova Topolino ?......la Nuova Vespaaaaa ?

O forse l'afa di quella sera, quella dello spettacolo,  ha definitivamente annacquato gli ultimi neuroni rimastimi ?....in fondo erano ragazzi simpatici, solari, studiosi, equilibrati, sportivi, sani......che il "miracolo" sia riuscito ?...che Gaber avesse sbagliato ( anche lui sbagliava, come tutti..) quando cantava che la nostra generazione ha perso ?

Gioele, non ti devi scusare se hai dovuto interrompere lo spettacolo: non vedi quante cose interessanti son venute fuori, aspettando, tra un piovasco e l'altro ?

Un affettuoso saluto a te e a tutti gli amici che ti seguono.

  • Delia/ Lady_Crow   20 Jul 2009 19:35    Permalink

Sapessi Danilo... tocchi uno dei mille aspetti che rendono la "mia" generazione per niente Mia. Sapessi quante volte mi guardo intorno e mi chiedo degli anni 60 e 70 cosa è rimasto. Per carità, non metto in dubbio che molti fossero ribelli per semplice moda. Ma un giovane era un giovane, e aveva giustamente voglia di cambiare il mondo. E adesso cosa è rimasto? Un branco di marmocchi, la cui giovinezza è una semplice scusa per la mancanza di cervello e di giudizio, ma della passione e della volontà nemmeno la più vaga traccia.
Forse la vera colpa delle generazioni precedenti è quella di aver mal reagito al consumismo sapientemente fomentato da quelli che tu chiami piani alti (ma lì le uniche cose alte son gli stipendi, a quanto pare): piuttosto che insegnare a figli e nipoti che i soldi servono, ma che tanto la tomba prima o poi tocca a tutti, e che di conseguenza le cose che realmente rimarranno sono altre, davanti alle crescenti e superflue richieste si sono dati al "E ti lamenti? Tu stai messo bene, io ai miei tempi avevo molto meno di te."
Ora, non è assolutamente mia intenzione sminuire le sofferenze e i disagi di chi ha vissuto guerra e Dopoguerra, ma non si può far crescere una generazione solo guardando indietro, usando come metro di valutazione solo quello che è stato. Si dovrebbe guardare al passato, per vedere quali conquiste ci sono state e come ci si è arrivati, ma senza mai perdere d'occhio le conquiste che ancora ci sono da fare, e che sono veramente tante.
Ma la verità è che sentirsi impotenti è molto comodo, ed è semplice far finta di essere tutti piccoli ed insignificanti, perchè tanto "loro" sono troppo forti.
Chi in passato ha avuto la forza, il coraggio, e la capacità di fare davvero qualcosa non era umano meno di quanto lo siamo noi.
Tanti, irresponsabili, e pericolosamente pigri. Ecco la foto della maggior parte dei giovani di oggi.
E pensare che, quando parlando delle elezioni, una mia compagna di classe qualche mese fa mi ha detto di aver semplicemente messo la x sul simbolo che la madre le aveva indicato, per poco non l'ho sbranata.
"Presto verrà il momento di scegliere fra quello che è giusto e quello che è facile" recita un passo di Harry Potter (alla faccia della saga per bambini). La mia generazione ha scelto e sceglie giorno dopo giorno. Il massimo che si possa fare è dissociarsi e tentare di svegliare i pochi che possono e vogliono essere svegliati. Non perchè voglio che abbiano le mie stesse idee, ma perchè voglio che abbiano delle idee.
"Ringrazia per quello che hai, perchè ai miei tempi non c'era neppure questo."
Non devo certo ringraziare quattro signorotti del piffero se ho il diritto di studiare e di andare a scuola, al massimo devo ringraziare i quattro signorotti del piffero se mi tocca studiare storia da un libro palesemente e schifosamente di parte. Ma per carità...

  • danilo   21 Jul 2009 01:21    Permalink

Delia, ti capisco, non per compiacerti, ma sul serio.

Cercare di capire l'evoluzione della società italiana, dal 70 ad oggi, porterebbe via un infinità di tempo, con il rischio di parlarci addosso. Ma un paio di cose, sintetiche e pratiche, si possono dire.

"Ringrazia per quello che hai, perchè ai miei tempi non c'era neppure questo." Lo dicevano anche a noi, come a loro lo avevano detto le generazioni precedenti.

Il vero problema é cosa intendiamo per "quello che hai". Libertà ? Lavoro dignitoso ? Una società più civile? La possibilità di esprimere e valorizzare le proprie potenzialità ed aspirazioni? Un ambiente sociale nel quele poter essere sé stessi, nel rispetto degli altri, ed insieme  ? Giustizia sociale ? Insomma: "valori condivisibili"....partecipazione, come diceva Gaber ?

O "quello che hai" é la Play Station, il cellulare ultimo modello, il capetto che fa tendenza, l'auto nuova appena patentato ? Tutte le " golose schifezze" alimentari che ci sfornano a ritmi ossessivi, internet, la tv satellitare ?....insomma la miriade di "cose", "la roba" come diceva il Verga, variopinte, multiformi, in varianti e variabili infinite, da sceglire, consumare, gettare non perchè non più funzionanti ma perché rese obsolete ed out dal sistema consumistico ?

O "quello che hai", ancora, e che cercano di mantenere in tutti i modi anche quelli del 68/70 divenuti ormai "anziani", dev' essre un corpo esteticamente il più vicino possibile alla perfezione, a canoni estetici "imposti", aiutati in questo dal "mercato dell'eterna giovinezza", ultima frontiera del business ?

Non mi sento di criticarvi per essere stati "immersi" in tutto questo sin dalla nascita: passati dal liquido amniotico, direttamente ad una "società liquida" tutta da tracannare....Infatti, molto di tutto questo é cominciato a cambiare negli anni della " Milano da bere" di craxiana memoria. E adesso devo sentire un Veltroni che sostiene, stimolato dalle provocazioni di Grillo, che Craxi é stato meglio di Berlinguer: roba da vomitare le varie "Milano da bere" che ci hanno somministrato nella Prima e Seconda Repubblica, che sarebbe più corretto definire: "Repubblica Due...la vendetta". E mentre ci facevano "bere", loro, intanto, si mangiavano tutto il Paese.  Saranno una 10ina d'anni che non vado a votare. Da quando mi sono convinto che l'unica differenza tra questa Destra, e questa Sinistra, é la mano con cui  rubano, e quella con la quale "ripagano" le categorie sociali, poco più di un 50% degli aventi diritto al voto, tolti gli astenuti, e le schede bianche o nulle, di cui non si sanno mai le percentuali, che li votano per interesse economico o ignoranza.

Ma tornando a noi, Dopo gli anni 70, l'emancipazione unita all' innalzato tenore di vita, ha portato i coniugi a dover lavorare entrambi, i bambini piazzati davanti alla Tv, o a quant'altro li potesse tenere impegnati, per permettere agli ex 68ini "caduti nella trappola consumistica", di lavorare, far cariera, emergere, divertirsi ( quelli che potevano) e vivere la "libertà" conquistatasi. O certo, a parole,i propri bimbi li educavano anche bene: gli anni 70 hanno prodotto un balzo iperbolico delle capacità dialettiche, se non della comunicazione. Il problema è che l'educazione, non é squisitamente un fatto dialettico: passa attraverso i fatti...quello che si vede fare, si sente fare, quello che si "respira" nell'ambiente che ti circonda. E l'ambiente nel quale erano immersi quei i bambini , ora generazione di giovani, sappiamo benissimo quale fosse. Sono figli di quell'ambiente sociale, più che dei loro genitori: da quello sono stati allevati.

Mettiamoci anche una delle maggiori conquiste sociali di quegli anni: il divorzio.

Giusto, a mio parere, ma divenuto alibi per prendere il matrimonio come una prova tecnica dalla quale si può fuggire al minimo dissapore, con le conseguenze che sappiamo per gli eventuali figli. A dire il vero, non sempre negative, rispetto a certi matrimoni mantenuti in vita " per i figli". Ma che comunque hanno prodotto una generazione di single, che fanno il gioco del consumismo: una casa/una persona..un'auto/una persona...un frigo/una persona...una TV/ una persona...insomma moltiplica tutto per 2/3/4.

Non stupiamoci ora, se i giovani figli di tanta società "non reagiscono", ma "consumano" quello che gli si dà da consumare: mitici anni 70, svuotati della loro potenziale "pericolosità eversiva", compresi.

Portavamo l'Eskimo o il Loden, i Jeans.....tutti.

Poi qualcuno, finita la "rivoluzione", stanco ed annoiato, ha trovato il papino, se era di buona famiglia benestante, con la fabbrichetta lì, pronto ad aspettare che finisse la "ricreazione" del figliolo, per formarlo all'imprenditoria: e sono quelli che memori del " senso di appartenenza" che quei semplici capi d'abbigliamento soddisfavano, hanno "inventato" il Casual....molti più capi, molta più scelta, molti più gruppi a cui appartenere...una miniera di soldi....sino ai D&G, ai Jeans fatti a pezzi e venduti al prezzo di capi d'alta sartoria.

I figli degli operai, o di famiglie meno abbienti, sono finiti in galera, drogati, morti di AIDS o overdose, tornati a lavorare in fabbrica, o a fare i sindacalisti di mestiere.

Non tutti, sbagliatissimo generalizzare ed estremizzare per semplificare: molti, tra un'autogestione ed una manifestazione, si sono laureati ( molti con "voti politici"), ingrossano le file della media borghesia, altri la galassia delle piccole e medie imprese, , la casta dei politici, l'esercito degli "statali privilegiati"..... e non ci sarebbe nulla di male se fossero riusciti a portare con sé i valori per i quali hanno "fatto il 68-69-70............80/81/82..STOP! Vivremmo in una società, sicuramente migliore.  A dire il vero, non pochi, finita la contestazione, sono passati allla filosofia di vita che prevedeva la possibilità di "migliorare il sitema dall'interno": i più sono stati digeriti e metabolizzati dallo stesso sistema, e adesso ne fanno parte a pieno titolo.......il resto é stato cagato fuori :-) 

E poi, c'è da considerare, che certi aspetti dei meccanismi consumistici, prescindono dalle politiche dei singoli Paesi. Ma tra un raffreddore ed una broncopolmonite, preferisco il primo.

Ciao Delia...non é facile...non é facile !...a proposito: proprio bella quella frase di Harry Potter !

  • Luigi   21 Jul 2009 12:07    Permalink

Complimenti Gioele! Grande spettacolo a Mira, ero lì presente anche se con i biglietti in mano dello spettacolo di Portogruaro.Nella cittadina con il campanile storto è arrivata la pioggia a interrompere tutto, ma fortunatamente son riuscito a venire a Mira e a finire di vedere il tuo grande spettacolo.

Devo essere onesto, ho 20 anni e la maggior parte delle canzoni e dei monologhi non li avevo sentiti prima. Mi aspettavo di sentire il conformista, la democrazia, io non mi sento italiano perchè queste sono le canzoni che mi hanno avvicinato a Gaber. Purtroppo sono della generazione che gli spettacoli del Signor G li vede solo su YouTube. Grazie a te Gioele sono riuscito a conoscere  un'altra parte di Gaber e ho capito forse la più grande qualità di questo cantante-pensatore: l'onestà.

Ammiro profondamente Gaber per la sua onestà, per la sua capacità di affrontare la realtà e descriverla senza paura. E' così onesto con sè e con il pubblico da riuscir a mettere in dubbio anche le sue posizioni. Qualità difficile da trovare ai nostri giorni, in cui possiamo trovare giovani o vecchi rivoluzionari incazzati con il mondo, che vogliono mettere in discussione tutto ma non se stessi. Gaber non aveva paura di mettersi in gioco, non aveva paura di scoprire che qualche sua idea passata è risultata sbagliata, è onesto nel dire che la sua generazione ha perso, è coraggioso nel descrivere il potere dei buoni. Manca tutto questo nella nostra società, mancano queste due qualità e per questo (caro Danilo) noi giovani ci rifugiamo nei vecchi cantautori. Forse però a noi più che alle generazioni passate questo bagaglio enorme di cantanti, cantautori, pensatori può servire. Potremo affrontare il futuro non appesantiti da questa storia ma cercando di mangiare queste idee, di farle nostre cercando di prendere il buono che c'è (le carote) e essere capaci di riconoscere ciò che fu sbagliato.

Come ultima cosa vorrei ringraziare Danilo per i complimenti che mi hai (ci hai) fatto. Sono il "giurista" del gruppo dei giovani che hai incontrato a Portogruaro, anche noi siamo stati molto felici di avervi conosciuto e speranzosi di essere stati per voi un lumicino acceso tra la gioventù un pò spenta, come voi siete stati per noi l'esempio di come non tutta la passata generazione è rassegnata.

  • danilo   21 Jul 2009 22:55    Permalink

Gigi, non immagini nemmeno il piacere di averti reincontrato qui.

Un lumicino, dici ?....una lanterna ! Altro che lumicino. Siete proprio un bella compagnia.

Gioele di complimenti ne riceve molti, semplicemente perché se li merita tutti, ma sono convinto che leggendo quanto hai espresso così limpidamente, sarà ulteriormente motivato.

Salutami il resto del gruppo: ciao ragazzi ! :-)

  • Delia/ Lady_Crow   22 Jul 2009 17:15    Permalink

Eh, vedi Danilo, io a differenza di te, essendo nata nelle stesse circostanze dei miei coetanei, di criticare me la sento. Certo, senza scordare che le eccezioni esistono sempre e comunque.
In relazione a questo, visto che la mia citazione di Harry Potter ti è piaciuta, te ne piazzo un'altra:
"La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda..di accendere la luce."

  • Elisa R.   22 Jul 2009 20:21    Permalink
  • danilo   23 Jul 2009 00:40    Permalink

Scusami Delia, ma quest'ultima massima del Potter, la relego tra le migliaia della serie " Felici si può, basta volerlo", che si trovano, nel mio dizionario personale "L'Arte di vivere", subito prima della serie dedicata a "Babbo Natale esiste, basta crederci".

Sono d'accordo che nei momenti critici della vita, sia meglio cercare, provare, sforzarsi, lasciarsi andare, alla ricerca di punti di vista alternativi che ci permettano di non cadere preda in una spirale ossessivo/depressiva . Ma da questo a sostenere che basti accendere la luce per illuminare certi momenti veramente"buii" ce ne passa. Primo perché, purtroppo, alle volte, già trovare un fiammifero é un'impresa: figuriamoci un interruttore della luce: Secondo perchè, sempre purtroppo, ma oggettivamente, alcune volte sei ridotto in un tale stato che, anche avendo il solo fiammifero, non hai nemmeno la forza di accenderlo. Terzo, non é detto che quello che si riesce ad illuminare sia necessariamente, solo perché finalmente visibile, meno terrorizzante dell'oscurità.

Questa massima del Potter, figlia di certa New Age da ipermercato, figlia a sua volta di un colpo di coda del peggio degli anni 70, riassume in sé, l'imprinting di cui sono state oggetto e bersaglio le nuove generazioni, di cui si parlava. "Puoi tutto basta che tu lo voglia, anzi, basta anche solo tu lo desideri". E su questo la pubblictà ci marcia alla grande. Prova a buttarti dal decimo piano di un edificio sbattendo i braccini, o concentrandoti su qualche miracoloso mantra, e vedi se riesci a volare: magari, se ci credi con tutta te stessa, sino al pian terreno, potresti illuderti che stai volando veramente; e se l'inevitabile impatto successivo fosse indolore e fulmineo, resteresti con questa illusione....nell'aldilà, però!

Delia, la speranza, una delle virtù cardinali ( tra l'altro), é una gran bella cosa......la forza di volontà, uno strumento potentissimo.......e le risorse dell'essere umano , nel bene, ed anche nel male ( purtroppo), sono incredibili, ma alle volte non c'é interruttore, non c'é lampadina, non c'é impianto elettrico, e l'unica luce che possiamo accendere è quella della presa di coscenza e dell'immaginazione, oltre alla fede, per chi ce l'ha.

Senti se ti piace questa di massima: " La speranza è l'ultima a morire, ma spesso muore vecchia e rincoglionita".

Quanto ai tuoi coetanei, ed anche ai miei ( me compreso), forse mi sono espresso male: non li voglio difendere ad ogni costo, anzi, ce ne sarebbero diversi che prenderei volentieri a pedate nel culo. Sono semplicemente dell'idea che. l'imprinting sociale, in ogni epoca giuochi un ruolo fondamentale nello sviluppo della personalità individuale. Prendi, per esempio, lo stesso attuale Papa: é nato in Germania in un determinato periodo storico...é stato educato in un determinato ambiente sociale......si è trovato a far parte della Hitlerjunge a 14 anni, come migliaia di suoi coetanei, chi più convinto, chi meno. Questo, mentre pochissimi altri loro coetanei, se ne staccavano, ed da soli contestarono il regime fondando "La Rosa Bianca", movimento antinazista nonviolento......furono quasi tutti catturati, ed impiccati, poco più che ventenni. La differenza ?...la presa di coscenza ed il coraggio di dare un seguito coerente a tale presa di coscenza. C'è chi la sviluppa prima...chi dopo...chi mai . Chi é nato in Corea del Nord adora il Presidente come un dio: glielo hanno insegnato sin dalla culla genitori e società....ignora ed ignorano quanto accade nel resto del mondo.........ignoranza !!! Bel film in merito, anche se un pò troppo "patinato" per i miei gusti (é molto più efficace il romanzo da cui é tratto): The Reader.

Noi non siamo immuni, solo perché ci hanno allevato con il mito del "dio" incarnato nel " Regime Democratico": il migliore !.....al punto che ci sentiamo in diritto di "esportarlo" anche a chi non ce l'ha chiesto. Certo preferisco stare qui che in Corea del Nord, o in tanti altri luoghi del Pianeta. Ma la Democrazia opportunamente addomesticata sta facendo da paravento al Sig. Capitalismo e suo figlio Consumismo ( nato in provetta naturalmente :-)

Il discorso e complesso, cara Delia, ma mi sento di lasciarti con un' altra massima:

"BBBBOOONIIII....BBBOOOONIIII......STATEBBONIIIII....VOLEMOSE BBENE "

Di Maurizio Costanzo ( Tessera P2 N° 1819 )

Ciao ribelle :-)

  • Delia/ Lady_Crow   23 Jul 2009 13:57    Permalink

Ehm, Danilo, diciamo che hai totalmente stravolto il senso della frase.
So bene -anche molto meglio di quanto vorrei- che ci sono situazioni che NON si risolvono. Il punto è che davanti ai problemi ci si lascia spesso prendere da un comodissimo pessimismo. Comodissimo perchè è una buona scusa per non fare nulla.
In questo caso il mio "accendere la luce" era riferito al riconoscimento del fatto che ci sono ANCHE giovani (ma anche non-giovani) dotati di un cervello, che nella vita scelgono di usarlo. Finchè ci sarà un essere veramente pensante non tutto sarà perduto.
Da qui a dire che basta che io mi immagini che certa gente, certe situazioni e certi problemi svaniscano perchè accada, c'è di mezzo l'oceano. Non farmi così ingenua :)

  • danilo   23 Jul 2009 17:35    Permalink

Lungi da me anche solamente l'idea di farti ingenua.......che poi corro il rischio di prendermi qualche beccata dalla "corvetta" :-)

Un besitos ( come dice la Laura)...sulla fronte, naturalmente.

Caro Gioele mi permetto di darti del caro perchè ti stimo molto,anche se è poco in quanto ti vedo solo per la tv e non ho avuto mai il piacere d'incontrarti.Sei bravissimo e questo mi fa piacere e spero tanto che tu ti faccia un programma basato tutto su Gaber in quanto credo che solo tu sei all'altezza di poterlo fare.Vai avanti sei forte. ciao

  • Bellezza e Salute   28 Oct 2010 17:26    Permalink

Un ottima iniziativa e come sempre un eccellente lavoro, complimenti!

D4X-Cibo Intelligente

  • Silvia Casabianca   22 Dec 2010 18:41    Permalink

Caro Gioele, io ho solo 23 anni e anche io ho sentito Gaber per caso all'età di 16 anni, non ci crederai la prima cosa che ho sentito è stata i Borghesi e subito, io che sono così pigra per queste cose, mi sono adoperata per farmi prestare i cd, li ho ascoltati tutti, dall'inizio alla fine (tutti quelli che ho potuto trovare) poi sempre di più, ho comprato il libro suo e di luporini "Il Grigio", ho ascoltato tutta la sua discografia, mi sono vista alcune registrazioni dei suoi spettacoli, sono cresciuta con lui e, in un certo senso, lui con me, nel senso che più crescevo più lo capivo, più coglievo delle sfumature, nelle sue metafore, nei suoi gesti, nei suoi inizi e i suoi finali. Più crescevo, anzi, più cresco e più lo riconosco, lo riconosco come fosse me! Gaber è unico, è il più tutto e il meno tutto, senza però per questo essere diverso da tutti noi, anzi, il contrario... Sono anche io una gaberiana, pur non avendolo mai conosciuto, anzi, avendolo scoperto da morto, ti invidio per aver avuto la possibilità di realizzare questo tuo piccolo sogno, te lo meriti e ti faccio i miei più sinceri complimenti ma ti ringrazio anche per l'amore con cui tratti questa tua iniziativa e che generoso offri a noi spettatori! 

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